“Francamente non mi ero accorta di nulla. Ero convinta fosse la sua voce naturale!”
Ci confida incredula una collega lì presente.
Nessuno presente in quella stanza aver notato la buffa e bislacca situazione. [Continua dopo il video]
Ma dopo un’attenta analisi che ha coinvolto esperti in tecniche audio-metriche provenienti da tutto il globo, (tra cui ricordiamo la famosa Yuko Yamashita) si è giunti all’insindacabile conclusione che sì: i suoni emessi durante l’intervista in questione sarebbero effettivamente dei peti e non semplici parole razziste come di consuetudine.